Stando ad una recente indagine realizzata da Vinitlay su di un campione di circa 300 operatori del settore della ristorazione di tutte le aree geografiche italiane, la competizione tra le bollicine non si ferma alla disputa tra champagne e spumante o, a livello nazionale, tra TRENDOC e Franciacorta. Sembra, infatti, che i ristoratori inizino sempre più a proporre ai propri clienti bollicine straniere, non limitandosi all’arcinoto champagne o al cava spagnolo ma osando fino ad andare oltreoceano, in Australia, Cile e Nuova Zelanda. Sono queste infatti le terre da cui provengono le bollicine straniere nei menù dei ristoranti italiani coinvolti nell’indagine individuati estrapolandoli dalle segnalazioni incrociate delle più importanti guide del settore: Gambero Rosso, Il Golosario, Slow Food, L’Espresso, Jeunes Restaurateurs d’Europe. Il 9% dei ristoratori ha dichiarato di avere nella propria carta dei vini bollicine straniere provenienti da oltreoceano oltre che dalle più vicine Germania, Austria, Slovenia e Croazia.
Un’altra informazione interessante riguarda la presenza di etichette di bollicine nelle carte vini dei ristornati, in crescita rispetto alle altre tipologie di vino. Dall’indagine è emerso che il 31% delle carte dei vini contiene fino a 10 etichette, il 22% fino a 25, il 27% fino a 50, ma c’è anche un 8% di ristoranti che ne ha in cantina oltre 100.
A quanto pare quindi, aumenta la popolarità delle bollicine, sempre più una presenza importante nelle carte vini della ristorazione italiana ma cresce anche la concorrenza che assume una connotazione sempre più internazionale.
Da questa settimana l’indagine – scaricabile a questo link – sarà oggetto di un dibattito con interviste a operatori del settore (produttori, ristoratori, distributori, comunicatori) sul portale aspettando.vinitaly.com.